Si potrebbe sostenere, scherzando, che cè un po della biografia del suo autore dentro questa nuova storia delle città europee pubblicata da Peter Clark presso Oxford University Press. Storico inglese, già direttore del Centre for Urban History di Leicester (uno tra i più importanti nel settore), trasferitosi da qualche anno a Helsinki, Clark ha scritto un libro che insiste proprio sulla vitalità urbana del Nord Europa, sul ruolo delle migrazioni come fattori di dinamismo culturale, sullimportanza nella storia dEuropa non solo delle grandi città ma delle città di media e anche piccola grandezza: quelle towns che, accanto alle cities, compaiono in bella evidenza nel titolo del libro. Soprattutto, però, la biografia intellettuale di Clark lascia il segno sul valore di questa sintesi, basata su una conoscenza approfondita dei dibattiti che hanno attraversato la storia urbana europea negli ultimi ventanni e destinata a diventare un punto di riferimento della letteratura sul tema.
Il libro ha una struttura che può ricordare per certi aspetti limpostazione della Cambridge Urban History of Britain, unopera collettiva in tre volumi che lo stesso Clark aveva diretto alcuni anni fa. Il racconto è diviso in tre parti che seguono una scansione cronologica consolidata: la storia urbana europea viene fatta partire dalla crisi dellImpero Romano dOccidente e viene poi seguita lungo il Medioevo (400-1500), letà moderna (1500-1800) e letà contemporanea (1800-2000). Originale è il fatto che ognuna di queste parti venga affrontata secondo capitoli tematici che hanno identico titolo e sono dedicati rispettivamente alle tendenze generali dellurbanizzazione («urban trends»), e poi a «economia», «vita sociale», «cultura e paesaggio», «governance». Lo sguardo proposto sulle città è complesso: da un lato rispecchia lidea di una storia urbana radicata nella storia economica e sociale (minore lattenzione dedicata agli aspetti spaziali); dallaltro riflette la convinzione che fattori culturali e forme istituzionali possano definire alcune delle aree di maggiore specificità delle esperienze urbane compiute in Europa rispetto ad altri contesti. La simmetria della struttura sottolinea la possibilità di costruire confronti tra fenomeni lontani nel tempo, portando in primo piano le differenze ma anche alcune continuità di lungo periodo: è quanto viene fatto nelle pagine conclusive, che tentano di tirare alcuni fili della narrazione.
Laccorta ponderazione nei giudizi fa sì che molti degli spunti più interessanti del libro si nascondano nei dettagli, in un dialogo implicito con la ricca letteratura richiamata nella bibliografia finale. Il volume è attento sia alle scansioni minute dei tempi della storia urbana europea, sia alle differenze regionali che portano in primo piano il ruolo di alcune regioni specifiche, o i diversi fattori di successo e insuccesso di realtà urbane più o meno specializzate.
Clark è consapevole, così come i suoi lettori, che lEuropa, continente «urbano» quasi per definizione, ha ormai perso molte posizioni allinterno delle gerarchie delle grandi città del mondo globalizzato. Il suo libro, spostando lattenzione dai modelli definiti dalle grandi metropoli alle caratteristiche e allarticolazione di un sistema urbano di singolare estensione e stratificazione, ha il pregio di ricordare con forza che non tutti gli aspetti di questeredità storica sono diventati inattuali. Se «governate con efficacia», «consapevoli da un punto di vista ambientale», «creative e innovative», «in collaborazione e in competizione reciproca», le città dEuropa possono avere ancora molto da offrire.
Peter Clark, European Cities and Towns 400-2000, Oxford University Press, Oxford-New York 2009, pp. 412, sterline 19,99.